Prima di essere una strada via Mazza era un fiume che poi finiva nel mare Adriatico, che era molto più vicino alla città. L' hanno attraversata i Piceni e i Romani.

Dell’originale funzione del Vallato si è persa oggi ogni visibilità. Se ne conserva solo la memoria nel nome di una strada nel centro storico di Pesaro, via del Vallato appunto, che era parte del suo percorso , come è testimoniato dai disegni di Romolo Liverani a metà ottocento.

Nel suo percorso urbano, il canale correva lungo le odierne piazza Garibaldi, piazza Lazzarini, via delle Galigarie, via Vallato, via Mengaroni, via Mastrogiorgio, via Cecchi - come risulta da piante urbane del Seicento e del primo Ottocento. Nella tavola seicentesca del Mingucci appare chiarissima la diramazione del canale che parte dalla località Chiusa e che oggi si chiama Chiusa di di Ginestreto.

 Il tragitto fra l’uscita dalla città e lo sfocio nel porto fluviale - noto come ‘Foglietta’ - risulta evidente nella veduta di Pesaro delineata dal Mingucci nel 1626. Dopo le ristrutturazioni in età moderna, il Vallato, che si snodava per oltre  12  km  fra  vaste  estensioni  di  seminativi,  alimentava le ruote idrauliche, le macine dei mulini, una cartiera e tutti gli opifici che provvedevano la società urbana e rurale pesarese di farine, biade, olio, zolfo, tessuti, ceramiche e laterizi. Arrivava dunque in città per fornire energia ai vari laboratori e per sfociare, infine, nel porto fluviale (tappa n.1 piazzale Lazzarini) .